Era meglio conosciuto come: Ndré u chiutóin’, forse perchè oriundo di Chieti. Era un bravo sarto ed un buon affabulatore. Conversare con lui era sempre piacevole anche per la sua leggera balbuzie assai simpatica. Un giorno decise di comprarsi una 500 per il suo svago. Riuscì a prendere la patente di guida ma nessuno a Pretoro ha mai saputo come abbia fatto essendo totalmente negato per la guida. Negato in un modo che praticamente condusse la sua 500 a passo di lumaca e per non più di una decina di chilometri. Aveva scelto come autista un giovano amico, Min’ Lisandr’, che lo portava in giro per ogni esigenza. Scapolo, si era innamorato della macchina a cui dedicava una “morbosa” attenzione come fosse una sposa. La ricoverava in un garage in condomino con l”Ape” di Giuann’ zì Liáuch’, macellaio. Ora avvenne che Giuann’ toccò con la ruota dell’Ape un fanalino posteriore della 500 che sì allentò appena. Giuann’ lo fermò con un legnetto dando poco peso all’accaduto. Mino invece raccontò ad Andrea l’accaduto così: Ndrè, Giuann’ a ròtt’ nu fanalin’ a 500, p’ fall’ t’naij’ mo ci a mèss’ nu c’pp’tiáll’…. E Andrea fuori dalla grazia di Dio: nu, nu nu c’pp’tiáll’ a.a. a la mach’n a maij’? Oij’ ij’ l’ fé, fécch’ a lu chéul’, nu, nu c’pp’tiáll’..!.